Coordinamento dei Comitati Cittadini
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Base USA ed Elezioni Provinciali di Vicenza

   

27-28 Maggio 2007


Appello del Coordinamento dei Comitati Cittadini


Il coordinamento dei Comitati dei cittadini di Vicenza che si sono schierati contro la costruzione della nuova base USA al Dal Molin, chiede un riscontro alla politica e in particolare ai candidati presidenti per la Provincia di Vicenza per "non dare loro un mandato in bianco".
Noi del Coordinamento dei Comitati Cittadini, che da oltre un anno stiamo esprimendo in vari modi la nostra contrarietà al progetto americano per la costruzione di una nuova base militare presso l’aeroporto Dal Molin, riteniamo opportuno rivolgere un appello alle forze politiche e ai cittadini in vista delle prossime elezioni provinciali.
Ci rivolgiamo a tutti i candidati delle varie liste affinché pubblicamente esprimano la loro contrarietà a questo devastante progetto che renderebbe meno vivibile la nostra bella città; ne intaccherebbe la qualità della vita, l’utilizzo delle risorse (acqua in particolare) e la sicurezza, non solo della città di Vicenza ma anche della Provincia, pregiudicando anche il futuro delle nuove generazioni. Il coordinamento chiede quindi ai candidati di prendere posizione formalmente inviandoci un loro scritto a "info@coordinamentocomitati.it"  entro martedì 22 maggio al fine di poter inserire per tempo sul portale i diversi interventi e diffondere il pensiero dei candidati sull'annosa questione. Chiediamo che i candidati diventino finalmente i portavoce dei cittadini, sensibili alle loro istanze e ai bisogni reali con coerenza e fermezza e che le promesse vengano rispettate.
Ci rivolgiamo anche agli elettori, invitandoli a non dare un mandato in bianco sulla questione della nuova base militare. Ai cittadini, impediti ad esprimersi tramite referendum sul futuro della loro città, chiediamo di esercitare il diritto al voto privilegiando quei candidati che in questi mesi a fianco dei cittadini hanno condiviso la difesa della città di Vicenza da una militarizzazione senza senso!

                                                                            Giancarlo Albera (coordinatore) 

Elenco dei candidati, in ordine alfabetico, alle elezioni provinciali di Vicenza 2007 che ci hanno manifestato la loro contrarietà al progetto per la realizzazione della nuova base Dal Molin.
    
CandidatoListaCollegioDichiarazioni/Programma
Anzolin Gianmarco Rifondazione Comunista Malo ….Sul Dal Molin a Roma è calato il silenzio ed in provincia, i due schieramenti principali, si guardano bene dal parlarne…..
Nonostante questo noi di Rifondazione Comunista, assieme alla Federazione dei Verdi e al PDCI, abbiamo deciso di continuare la nostra battaglia politica, sia nei confronti di ciò che si muove a livello nazionale ( riforma delle pensioni-tesoretto ecc... ) sia per quanto riguarda ciò che è importante per la nostra provincia a partire dalla questione Dal Molin ma non solo.
Barbieri Elena Verdi Vicenza (3) Come associazione di volontariato animalista e ambientalista ci siamo sempre schierati a fianco del movimento per la pace.
La guerra rappresenta infatti una delle forme più brutali di oppressione e sfruttamento nei confronti di ogni essere vivente.
Come movimento UNA Uomo Natura Animali abbiamo partecipato al grande raduno pacifista all'Arena di Verona, alla giornata delle bandiere della pace, alle manifestazioni contro le aggressioni all'Afghanistan e all'Iraq.
Anche per questo mio impegno ormai ventennale sono contraria alla costruzione della nuova base USA al Dal Molin, progetto di devastante impatto ambientale e sociale sotto tutti i pinti di vista, nodo strategico di possibii minacce contro i popoli del terzo mondo.
Beggiato Ettore Progetto Nordest   Sono contrario all'insediamento della nuova base a Vicenza.
Sono convinto che la nostra provincia abbia una presenza di basi e di strutture militari spopositata. Anche in questo caso abbiamo già dato, e molto, troppo, allo stato italiano.
La Vicenza del terzo millenio ha potenzialità tali da poter rifiutare un ipotetico sviluppo di tipo coloniale che presuppone una sempre maggior influenza dell'America nelle nostre scelte. Da Veneto che si batte per l'autodeterminazione del proprio popolo io lotto e sogno che nella mia terra, nella nostra terra veneta, sventoli una sola bandiera, la nostra bandiera veneta con il leone di San Marco, l'unica bandiera nella quale c'è la parola "Pace": nel libro del nostro vessillo sta scritto infatti "Pax Tibi Marce Evangelista Meus".
E ricordo che quando noi veneti eravamo liberi e indipendenti la nostra repubblica, La Serenissima, donava in segno di pace ai popoli amici le proprie terre e le proprie isole e ancor oggi l'isola di San Lazzaro degli Armeni nella laguna veneta è una delle capitali culturali della nazione armena; oggi che, per il momento, facciamo parte della "democratica" repubblica italiana, la nostra terra veneta viene svenduta alle potenze foreste per scopi che tutti possiamo immaginare.
Cammarata Patrizia Alternativa Comunista   …...La lotta per la chiusura e la conversione ad uso civile delle basi militari vede impegnati a livello internazionale tutti i compagni delle organizzazioni aderenti alla LIT (Lega Internazionale dei Lavoratori).
E’ stato quindi assolutamente naturale per il PdAC (sezione italiana della LIT.) offrire il proprio contributo, attraverso il lavoro di analisi e militanza dei propri compagni e compagne presenti nel territorio vicentino, nella lotta contro il progetto di una nuova base militare USA nell’area dell’aeroporto Dal Molin e nella creazione di comitati di lotta che chiedono la conversione ad usi civili della caserma Ederle e di tutti i siti ad essa collegati.
Quest’impegno a livello locale è inserito nella battaglia più generale contro la guerra imperialista e coloniale e contro le politiche di guerra dei governi, siano essi di centrodestra e di centrosinistra.
Il Partito di Alternativa Comunista offre il proprio contributo a tutte le iniziative contro la militarizzazione del territorio, consapevole di essere l’unico partito, fra quelli che si presenteranno alle elezioni della provincia di Vicenza, realmente e coerentemente schierato contro la guerra……..
Carollo Giampaolo Verdi Schio Sono portavoce dei Verdi per Schio. Dico no alla Base USA, .... ma scusatemi ... noi l'abbiamo sempre detto .... ripetiamolo pure se serve. Ciao, e tenete alta la bandiera del vero pacifismo!!
Chemello Lorenzo Verdi   Esprimo la più ferma contrarietà a questa base di guerra!
ciao!grazie per aver dato questa opportunità di esprimersi in merito!
Collareda Pietro Maria Ulivo
Socialisti riformatori
Lista civica per il Vicentino
  La mia posizione sul progetto di ampliamento della base americana è semplice: no Dal Molin. Voglio spiegare perché:
1. Innanzitutto sono per una politica di pace. Che credo si possa costruire solo con una presenza più attiva ed incisiva dell’Europa nel mondo. Solo un’Europa forte sarà in grado di dire dei NO alle tentazioni unilaterali degli Stati Uniti. Anche quando il presidente non sarà più Bush.
2. Sono contrario al raddoppio della presenza militare nella città di Vicenza e sono contrario al suo insediamento nell’area del Dal Molin. Se il governo manterrà l’impegno a convocare al più presto una conferenza nazionale sulle servitù militari, la questione di Vicenza non potrà esserne esclusa.
3. È vero che le competenze della Provincia su questo punto non sono forse decisive, ma è decisivo che la Provincia usi le competenze che comunque ha. Ad esempio procedendo immediatamente ad una Valutazione di Impatto Ambientale. Inaccettabile, comunque, è la posizione di chi si rifiuta di dichiarare cosa pensa del progetto: come il candidato della destra, Attilio Schneck.
4. Infine, penso che il sentimento di pace espresso dalla popolazione vicentina a così grande maggioranza non debba andare disperso. Le forze politiche contrarie al progetto, purtroppo, in queste elezioni sono divise. Spero che sulla difesa della pace e del nostro territorio si ritrovino al più presto insieme, confermando quell’unità che c’è già nella popolazione vicentina.
Dalla Pozza Antonio Marco Ulivo Vicenza (5) Credo di aver titolo per essere creduto quando dico che considero la concessione dell'aeroporto Dal Molin all'Amministrazione USA un disastro per la nostra città.
Tale l'ho sempre reputato, sin dal 20 Dicembre 2005, quando presentai per primo (assieme ad Asproso) un'interrogazione sulla conclusione dell'accordo tra i governi Berlusconi e Bush sulla cessione dell'area. E poi ancora interrogai la Giunta in data 1 Marzo e 7 Marzo 2006, sempre senza risposta. E intanto Cicero volava a Roma tutte le settimane..
Infine, il 22 Maggio, promossi insieme al centrosinistra un dibattito in Consiglio Comunale dopo che, sempre per primo, ero entrato in possesso dei progetti della base a cui l'Ufficio Edilizia Privata aveva dato parere negativo. Ricordo ancora le espressioni sbigottite dei consiglieri di centrodestra a cui consegnavo le copie del progetto. E ricordo altrettanto bene le loro espressioni arroganti il giorno in cui dicevano tranquillamente "sì" alla nuova base in Consiglio Comunale.
Ho poi sottoscritto, assieme a tutto il centrosinistra consiliare di Vicenza, la mozione per impegnare l'Amministrazione Comunale a procedere alla VIA prima di poter dare qualsiasi autorizzazione alla base.
Penso che la mia convinta presenza ad ogni manifestazione pacifica, comprese quelle del 2 Dicembre 2006 e del 17 Febbraio, possa ampiamente testimoniare la mia volontà di non mollare su questo argomento.
Non mollo nè come amministratore, nè come politico, stante la posizione contraria del partito di cui sono dirigente cittadino e provinciale, assunta e ribadita più volte con ordini del giorno votati all'unanimità, e che vincola ancor più la mia posizione ad un "no" deciso. Un "no" che rimane tale anche a fronte del ricatto occupazionale a danno dei lavoratori della Ederle, forse le prime vittime di un sopruso nato e cresciuto sotto il governo Berlusconi, e gestito malissimo dall'attuale esecutivo.
Sono anche vicepresidente della Commissione "Cultura" in Comune, e sono ancora incredulo, dal 26 Ottobre 2006, per come la maggioranza di centrodestra abbia voluto infliggere alla nostra città un danno così enorme, che ne pregiudica le possibilità di attrattiva turistica, ne violenta la vocazione pacifica e ne scempia definitivamente il territorio, generando problemi che ricadranno sulle generazioni future, come la cementificazione del terreno di ricarica della falda acquifera.
Resto convinto che l'impegno di chi siederà in Provincia, a partire proprio da chi fa parte della stessa maggioranza che oggi governa (tutti, senza distinzioni, perchè al governo non c'è solo una parte del centrosinistra..), possa servire per cambiare in un "no" quell'assenso dato da tutti gli enti locali e che ha portato poi alla "non opposizione" alla richiesta statunitense da parte del Governo. Credo che i fatti, per una volta, parlino più delle tante parole che potrei ancora scrivere.
Del Giudice Matteo Verdi   Sono contrario alla nuova base americana al Dal Molin.
Sono orgoglioso di aver partecipato alla grande manifestazione di Vicenza.
Dettino Flavio Verdi Piovene Rocchette Io sottoscritto Flavio Dettino, candidato consigliere nel collegio di Piovene Rocchette con il partito dei VERDI, dichiaro in modo chiaro e deciso il mio NO all'ampliamento della base americana Dal Molin.
Equizi Franca Riscossa Democratica   L'ampliamento al Dal Molin 2 non va fatto. Il no deve essere secco e totale e le ragioni sono sotto gli occhi di tutti.
1. L'operazione è a perdere anzitutto sotto il profilo economico. I documenti ufficiali redatti da Aim e vergognosamente negati per mesi dal sindaco Enrico Hüllweck e dall'assessore alla base Usa Claudio Cicero parlano chiaro. Solo per gli allacciamenti elettrici, nel caso scontato che gli Usa richiedano la massima potenza pari a nove megawatt, l'Aim dovrà sborsare quasi dieci milioni di euro. Venti miliardi delle vecchie lire che pagheremo nelle bollette di Vicenza ed hinterland; sì noi poveri utenti, che a differenza degli Usa paghiamo l'Iva, cosa che agli americani è negata. Chissà perché.
2. L'insediamento di una nuova base a Vicenza è contrario agli interessi nazionali e locali. Meglio di tutti lo ha spiegato Sergio Romano, vicentino illustre, ex ambasciatore in Urss. Un liberal-conservatore che non può essere tacciato di essere un no global.
3. All'oggi il comando americano non ha fornito uno straccio di garanzia su eventuali compensazioni da girare alla municipalità di Vicenza e a quelle della corona urbana. Purtroppo una campagna mediatica orchestrata ad arte ha fatto cenni sommari, allusioni, ma a palazzo Trissino non esiste un documento firmato dagli americani in cui si dice: paghiamo la viabilità accessoria per alleviare i problemi generati dal traffico (un obbligo). Costruiamo altra viabilità come bonus per la città che decide di ospitarci. Paghiamo noi in solido allacciamenti, sottoservizi e quant'altro. Tutto questo vale almeno 200 milioni di euro. Ma non esiste nessun documento in cui si diano garanzie alla città. Le uniche cifre sono quelle del valore della costruzione dei loro impianti. Ma quelli sono soldi che vanno alle imprese, magari a qualche coop rossa o magari a qualche palazzinaro legato a doppio filo ai media locali. Soldi che non entrano nelle tasche della collettività, che per ospitare gli Usa avrà solo aggravi.
4. L'impatto ambientale e viabilistico per la zona, soprattutto nella prospettiva che sia la città a doversi pagare le migliorie viabilistiche necessarie, è inaccettabile. L'area attorno al Dal Molin è uno dei pochi polmoni naturali rimasti in una città che è sotto gli standard di legge per quanto riguarda le zone verdi. Cosa che peraltro non ha mai turbato i sonni della giunta. Cosa che peraltro non ha mai turbato i sonni della signora Lorella Bressanello in Hüllweck, potentissimo e strapagato direttore del territorio nonché moglie del primo cittadino.
Ma a chi conviene sul fronte del sì italiano? Credo che ormai tutti lo abbiano capito. A fare gola sono le commesse. Ecco alcune indiscrezioni venute fuori sulla stampa circa le imprese che si potrebbero assicurare i lavori: Cmr, una delle più importanti coop rosse, con base ad Argenta nel Ferrarese, ed ecco spiegati certi silenzi sul fronte di sinistra. Poi il Gruppo Maltauro, il Gruppo Ingui (presente nell'azionariato del Giornale di Vicenza e nel board della sua casa editrice). Il Gruppo Marchetti, Vicenza Futura. Compagnie vicine al centrodestra locale. Non ho la sfera di cristallo, ma se la base si farà e le imprese aggiudicatarie saranno quelle della solita cricca imprenditorial-mediatico locale, sarà mia cura sbugiardarle davanti alla opinione pubblica.
Il partito nel quale sono stata eletta, la Lega Nord, aveva un tempo come motto, paroni a casa nostra. Mi pare che troppi notabili locali a cominciare dalla consigliera Manuela Dal Lago fino all’onorevole Stefano Stefani si siano dimenticati di queste parole. Capisco il mio siluramento dal Carroccio per aver dato la caccia alle marachelle dei palazzinari vicentini e per aver fatto esplodere il bubbone del fallimento di Credieuronord, la banca della Lega. Ma arrivare a svendere la dignità del territorio in cui siamo nati mi fa venire il voltastomaco.
Come mai in provincia tutta la minoranza compresi PNE, PDCI e Verdi hanno accettato le decisioni della Dal Lago senza discutere?
Come mai il governo Prodi ha dato il parere favorevole alla nuova base?
Perché i politici attuali sono gli esecutori degli ordini impartiti ai partiti dai poteri forti e dimenticano che i loro veri datori di lavoro sono I CITTADINI.
I NOSTRI EVENTUALI ELETTI SI BATTERANNO PER IL NO AL DAL MOLIN SENZA SE E SENZA MA.
Filippi Pietro Verdi Thiene Dai miei 33 anni, come candidato al Consiglio Provinciale nelle file dei Verdi al collegio n. 27 di Thiene dichiaro di non condividere l'ampliamento devastante del "Dal Molin" per l'insediamento della Base Militare Statunitense e dei suoi soldati.
Non sono antiamericano, ho amici negli USA tra i quali un ex-militare della caserma Ederle da tempo in pensione.
Questi amici d'oltre oceano sono e rimarranno amici.
La nostra salvaguardia è una alta priorità.
La salvaguardia del territorio è una alta priorità.
Il sito dove "quelli" vogliono far sorgere la nuova base è il meno adatto non solo per gli aspetti ambientali ma anche per le conseguenze sociali e viabilistiche che verranno. Non stiamo parlando di opere per la difesa nazionale, non stiamo parlando di basi nato, stiamo parlando di una nuova Base Militare USA.
Voglio vivere oltre i miei 33 anni senza nuove Basi Militari USA.
Franzina Emilio Comunisti Italiani
Rifondazione Comunista
Verdi
  …..Riteniamo inaccettabile l’attuale posizione della provincia tendente a una minima “riduzione del danno” barattando il bene pubblico e il territorio provinciale con interessi privati di alcune categorie imprenditoriali.
La questione del Dal Molin va affrontata nell’ambito del problema delle servitù militari. La provincia di Vicenza deve impegnarsi a fondo non a ridurre il danno ma a contrastare e impedire la costruzione di una nuova base militare nel proprio territorio. Non è accettabile che su una grande parte del territorio provinciale non ci sia, di fatto, la sovranità delle istituzioni civili.
Per quanto riguarda l’area del Dal Molin e la costruzione della nuova base militare statunitense l’azione della provincia deve essere chiara:
1. farsi promotrice di un’iniziativa istituzionale che chieda l’avvio della Valutazione di Impatto Ambientale coordinando l’azione con regione e comuni interessati
2. promuovere una conferenza sulle servitù militari nel territorio provinciale ed estendere la stessa alle province e alle regioni limitrofe
3. nel frattempo la Provincia si impegna a operare affinché il Governo sospenda qualsiasi iniziativa e qualsiasi decisione tendente a concedere il permesso di costruzione della base stessa….
Galassini Giuseppe Federazione dei Verdi Vicenza(1) MontecchioM Arzignano(2) ….Dichiaro che sono da sempre stato contrario alla seconda base Usa, per i danni ambientali, per l’inquinamento delle falde acquifere, per lo sperpero di acqua, di energia elettrica, di gas, per far funzionare la base e mantenere i militari Usa destinati alla base stessa.
E’ fuorviante il problema occupazionale futuro. Le motivazioni addotte sono trasferibili a “ricatti occupazionali” di aziende altamente inquinanti.
Dobbiamo farle costruire a poche decine di centimetri dalle falde che forniscono migliaia di cittadini? Ambiente, occupazione e formazione sono competenze della Provincia. Non facciamoci ingannare. La Provincia può e deve fare la sua parte. Sono contrario anche all’insediamento progettato per Quinto Vicentino. Sarebbe portato un danno incalcolabile alla viabilità con mezzi militari, da Est ad Ovest della città di Vicenza e dei Comuni contermini. E’ stato scritto che i mezzi militari usufruiranno dell’autostrada per andare verso Aviano. Per raggiungere i caselli Ovest ed Est della Serenissima dovranno percorrere le strade esistenti, dimensionate per un traffico locale e non per un transito continuo di mezzi militari pesanti.
E’ urgente fare pressioni a tutti i livelli perché la Regione attui la Valutazione di impatto ambientale e in assenza sia il Consiglio dei Ministri ad assumere questa decisione.
Lovato Ezio Rifondazione Comunista Vicenza(3) Vicenza(4) Valdagno(2) NO ALLA NUOVA BASE USA DAL MOLIN SENZA SE E SENZA MA
E’ nostra intenzione batterci in Provincia - e in ogni altra istituzione - per contrastare il progetto della nuova Base USA presso l’aereoporto Dal Molin. Siamo fermamente contrari a questo progetto - e sosterremo con tutti i nostri mezzi le lotte dei comitati dei cittadini - per vari motivi :
1) la nuova base USA rappresenterebbe un avamposto di primaria importanza per la strategia della guerra globale e permanente inaugurata da Bush dopo l’11 settembre;
2) questa area rappresenta l’ultima area verde presente nei dintorni di Vicenza, città patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Proponiamo che l’area Dal Molin sia utilizzata per scopi civili, da individuarsi dopo un’ampia consultazione della cittadinanza interessata.
Luca Francesco Rifondazione Comunista Thiene Sono uno studente di urbanistica, particolarmente interessato alle tematiche ambientali e alla tutela del territorio. Ma nella vicenda della costruzione della nuova base Usa a Vicenza ritengo che le motivazioni ambientali, importantissime nell'argomentare il mio no a questa nuova base, restino tuttavia secondarie.
Certo, l'impatto ambientale sarà devastante, in termini di consumo della falda, inquinamento, utilizzo di territorio non ancora ricoperto da cemento, distruzione di paesaggio, con la città di Vicenza che si priverebbe, inoltre, di una delle poche aree disponibili dove poter collocare funzioni a più alto valore aggiunto rispetto a una base militare. Una scelta assolutamente non sostenibile, dal punto di vista ambientale, economico, sociale.
Ma soprattutto è una scelta inaccettabile perché prevede la costruzione di una nuova installazione militare, di una nuova base di guerra. E di fronte a questo, nessuna mediazione è possibile, nessuna mitigazione dell'impatto proponibile, l'unica cosa è non costruire la nuova base. Né a Vicenza né in nessun altro luogo.
Marceca Antonino Alternativa Comunista   I militanti del Partito di Alternativa Comunista sono stati fin dall'inizio in prima fila nella lotta contro la costruzione di una nuova e più grande base militare statunitense a Vicenza, il Dal Molin, per la chiusura della base militare statunitense Ederle e per la riconversione ad uso civile di tutti i siti militari di guerra presenti nel territorio, salvaguardando nel contempo i posti di lavoro.
Ancora prima della costruzione del PdAC eravamo in piazza, all'inizio del 2006 quando cominciava a diffondersi la notizia del progetto Dal Molin, come Progetto Comunista. In quei giorni eravamo appena usciti da Rifondazione comunista che si apprestava a sostenere il governo Prodi con propri ministri, un governo di guerra come definito dai manifestanti vicentini.
Ricordo ancora come il Giornale di Vicenza allora ci ha criticato per essere andati in corteo con i nostri volantini e le nostre bandiere, ma noi siamo comunisti e come tali partecipiamo alle lotte operaie e popolari contro i governi borghesi e il sistema capitalistico. Un sistema portatore di guerre, sfruttamento e miseria, come la nube porta la pioggia.
Contro il progetto statunitense al Dal Molin ci siamo battuti nei comitati e nel sindacato, nella RdB Cub e nella Cgil. Come militanti sindacali impegnati nella Cgil abbiamo criticato la passività del gruppo dirigente, della burocrazia sindacale, provocato dibattiti e discussioni, incitato alla lotta. Non c'è dubbio che l'ampliamento della base statunitense a Vicenza si inscrive nella politica di guerra portata avanti non solo dall'imperialismo statunitense ma anche per i propri stretti interessi dall'imperialismo italiano. Le imprese capitalistiche italiane lucrano sulla guerra: negli appalti di ricostruzione dopo devastanti bombardamenti; nel controllo delle materie prime, tutti sappiamo infatti il ruolo dell'Eni in Iraq e Nigeria; nel controllo geostrategico di paesi dipendenti dai centri imperialisti, dove magari delocalizzare le industrie alla ricerca del massimo sfruttamento umano e ambientale. Un comportamento che le industrie vicentine conoscono perfettamente, quando operano nei balcani e nei paesi dell'est europeo.
Ecco perchè l'opposizione del Partito di Alternativa Comunista è complessiva, non solo contro il progetto statunitense al Dal Molin, la base militare Usa, la sua politica di guerra permanente, ma sopratutto contro le politiche di guerra sociale all'interno e imperialista all'estero portati avanti dal governo italiano. Non abbiamo subito ne subiamo la sindrome del governo amico perche sappiamo che in regime capitalistico i lavoratori non hanno governi amici, alla sinistra socialdemocratica (Sd, Verdi, Prc, Pdci) chiediamo di rompere con il governo e la sue politiche contro i lavoratori e le masse popolari…
Marchesini Annalisa Verdi   Sono contraria alla Base.
Parma Claudia Alternativa Comunista   La base americana Dal Molin costituisce uno degli ingranaggi dell'enorme meccanismo capitalista, ormai radicato e perseverante oltre che lucroso.
Essenzialmente: business per il gigante americano che provvede tempestivamente a rafforzare i suoi molteplici siti bellici "delocalizzati" in Italia; business per le imprese che avranno l'appalto per la costruzione della base, espressione ancora una volta di connivenze e vergognosi personalismi; business per uno stato che, forte di una propaganda cosiddetta "pacifista", continua a finanziare missioni militari, ergo tenta di ritagliare il suo spazio imperialista in aree geograficamente molto interessanti ed economicamente sfruttabili.
Solo per motivi grafici sono costretta a mettere in coda l'enorme impatto ambientale ed architettonico che avrebbe un effetto domino sull'ecosistema anche sociale della città. Ottimi motivi di lotta per il Partito di Alternativa Comunista che si è battuto e si batte con parole e fatti in modo onesto e, lo rimarco, assolutamente coerente a sostegno dei Presidi contro un nuovo disastro annunciato che per comodità, o meglio dire per scomodità, viene passato sotto silenzio o timidamente bacchettato o ancor peggio denunciato da caute forze politiche che poi alla resa dei conti sottoscrivono gli impegni di guerra.
Pellegrini Enrico Alternativa Comunista   Noi siamo assolutamente contrari all’allargamento della base militare americana nella zona del Dal Molin!
Lo siamo in maniera netta, intransigente e coerentemente conseguente in quanto non solo ci opponiamo a questo presunto nuovo insediamento che vedrebbe altri 773000 metri quadrati di territorio militarizzato (ad esclusione del nuovo villaggio americano:400000 mq circa) ma ci battiamo per la conversione della caserma Ederle ad usi civili, di modo che l’intera citta’ torni ad essere vera e reale protagonista di tutti i suoi spazi.
La vicenda Dal Molin ha rappresentato la cartina di tornasole di tutta una propaganda governativa orientata con abile maestria massmediatica verso l’accettazione di certi impegni internazionali che l’imperialismo nostrano ha assunto nei confronti del potente di turno, in questo caso gli Stati Uniti d’America.
Partiti che in teoria si richiamano a valori di pace, liberta’ e giustizia (Verdi, Rifondazione, PdCI ecc) affogano oggi nella loro piu’ squallida ipocrisia dichiarandosi contrari in ambito locale all’insediamento della base per poi sostenere, a livello nazionale, ingenti spese militari sostenute da un Governo che quella stessa base si accinge a costruire.
Nella manifestazione del 17 febbraio scorso queste “forze” stavano ai margini del corteo mentre oggi, dopo aver anche vissuto il triste teatrino delle autosospensioni dei loro cari “colleghi” diessini, esprimono la loro falsa “coerenza” invitando all’astensione i cittadini di Vicenza alle prossime elezioni provinciali.
Questo non e’ fare politica in modo serio ed affidabile! Non e’ preoccuparsi dei problemi della militarizzazione della citta’! Non e’ assumersi in pieno certi obblighi, anche morali, nei confronti di un percorso di lotta durissima che ha posto Vicenza come raro esempio di resistenza a difesa dei propri interessi! Questo si chiama OPPORTUNISMO! Ed e’ una pratica che allontana le forze sane della citta’(Comitati, Presidi ecc) dalla fiducia verso certe forme di rappresentanza che noi al contrario vogliamo dare e mantenere in piena coerenza rispetto allo stesso nostro programma elettorale in cui la lotta contro la base americana continuera’ senza tregua e per il quale chiediamo il voto ai cittadini di Vicenza. Un voto che rappresentera’ l’unica parte nella quale stiamo: con i lavoratori, gli studenti, i pensionati, i disoccupati e chi altro ha tutto da perdere nella costruzione di quello scempio targato Dal Molin!
Poletto Luigi Ulivo Vicenza (2) Il progetto relativo all’insediamento militare americano presso l’aeroporto Dal Molin appare insostenibile per le seguenti ragioni:
1. Vi sarebbe innanzitutto un inaccettabile impatto di natura urbanistica per l’addensamento edilizio nell’area a nord di Vicenza e per l’estraneità estraneo al quadro e all’impianto pianificatorio del PAT. 2. Insorgerebbero problemi di congestione viaria e di saturazione della mobilità.
3. La caserma determinerebbe un formidabile impatto ambientale in termini di consumo di risorse (in particolare idriche) e di produzione di emissioni, scarichi e rifiuti.
4. La caserma non rappresenterebbe un valore aggiunto di carattere sociale per la città. Gli americani da sempre si configurano come un’isola sostanzialmente estranea alle dinamiche sociali della città e non partecipano della costruzione del suo futuro e del suo destino.
5. La caserma arrecherebbe un pregiudizio all’attività dell’aeroporto civile e ne impedirebbe il potenziamento.
6. Si eliminerebbero o sarebbero costretti a traslocare importanti impianti sportivi a servizio dei cittadini.
7. Vicenza diventerebbe un obiettivo sensibile e sarebbe esposta a rischi di attentati terroristici vulnerando il diritto delle persone attualmente residenti a Vicenza e delle generazioni future a vivere in condizioni di sicurezza.
8. Vi sarebbe un aumento in misura non sostenibile della militarizzazione di una città altrimenti vocata alla pace, alla solidarietà, alla cultura (UNESCO) e allo sviluppo economico.
9. Si eliminerebbe la possibilità di acquisire l’area dal demanio e ridisegnare il volto della città.
Per quanto l’azione del Governo sia stata per molti aspetti deludente, per altri inaccettabile, bisogna sottolineare che la responsabilità primaria è del Centro-Destra locale e del sindaco Hullweck che hanno taciuto per due anni alla città lo svolgimento di trattative con gli USA e poi ha fornito un assenso contrario agli interessi di Vicenza.
La Provincia deve rivedere il suo assenso così come il Comune di Vicenza. Le ipotesi di riduzione del danno - pur astrattamente giustificate - non sono convincenti in quanto la “riduzione” non sarebbe significativa e inoltre per nulla inciderebbe sugli aspetti legati alla ridondanza di installazioni militari in città e al suo trasformarsi in obiettivo sensibile.
Lo svolgimento di un referendum è la strada maestra per consentire alla città di esprimersi. La mobilitazione dei cittadini deve continuare, ma rimanendo assolutamente entro i binari della legalità disinquinando ideologicamente le ragioni della contrarietà al progetto. Gli americani debbono comunque rendersi consapevoli che Vicenza è un ambiente socialmente ostile. Credo più a ipotesi di introdurre elementi ostativi di natura amministrativa (vedi la V.I.A.) che a declinare politicamente una battaglia che è e rimane essenzialmente una questione di civiltà.
Rancati Claudia Rifondazione Comunista   In questi anni, nei quali la nostra provincia è stata governata da una amministrazione di centrodestra, è mancata una politica di ascolto delle reali esigenze del mondo della scuola pubblica.
E' mancata una efficace programmazione per quanto riguarda l'edilizia scolastica, cosicchè molti edifici sono a tuttoggi quantomeno inadeguati alle esigenze dell'utenza se non, a volte, fatiscenti, così come è mancata la volontà di avversare la chiusura di molti corsi serali, punti di riferimento culturali e sociali per molti lavoratori e fulcro principale del progetto di educazione permanente. La scuola pubblica può contrastare efficacemente l'impoverimento e la omologazione culturale che stanno influenzando negativamente la nostra società e perciò ad essa vanno destinate le risorse necessarie.
E' indispensabile superare la logica ristretta e reazionaria che attribuisce alla scuola semplicemente il compito di "insegnare un mestiere", perché invece ben altre richieste, domande, bisogni culturali e di partecipazione pervengono ad essa, sempre più sollecitata dai cambiamenti veloci e contradditori del modello di sviluppo dell'attuale società globalizzata, non ultimo il fenomeno della immigrazione.
Anche di fronte allo straordinario fenomeno sociale di massa che ha investito tutta la realtà vicentina e perciò anche il mondo della scuola, quale il movimento contro la nuova base militare USA al Dal Molin, la Provincia non ha saputo rispondere in altro modo che chiudendo gli spazi di discussione e di confronto e scegliendo la chiusura e la contrapposizione. Ne è un esempio il caso della negazione della sede per l'assemblea indetta sull'argomento da alcune organizzazioni sindacali della scuola.
Fatto gravissimo rispetto al quale Rifondazione Comunista ha subito presentato una interrogazione parlamentare. Vi è evidentemente un fossato profondo tra questa destra reazionaria e pericolosa che ha governato la nostra provincia e le spinte verso il cambiamento che provengono dalla base della società vicentina; ma se essa non affronterà il nodo della democrazia vi è il rischio concreto che la destra torni a vincere, alle elezioni e nella società. Il nodo della democrazia è rappresentato dal richiamo ad alcuni articoli della Costituzione che apre il programma della coalizione che Rifondazione ha presentato insieme alla Federazione dei Verdi ed al PdCI. Essi rappresentano una premessa fondamentale per poter affrontare oggi le nuove richieste di determinante partecipazione popolare che anche la vicenda Dal Molin ha messo in evidenza.
Ci riferiamo in particolare ai progetti di sviluppo alternativo e di conversione delle basi militari che hanno animato moltissime assemblee e luoghi di discussione durante questo anno di lotta, evidenziando la volontà popolare di conoscere e di decidere rispetto alle modalità di utilizzo del territorio e delle sue risorse. Noi che facciamo parte del mondo della scuola abbiamo appreso un metodo e sappiamo bene come le cose non possono camminare se non si basano sulla programmazione e sulla cooperazione tra i vari soggetti che hanno un comune interesse. Così accade nella scuola pubblica di oggi e così accade da secoli nella società tra coloro che sono uniti da un comune interesse di classe.
L'interesse della maggioranza della popolazione, l'interesse della pace, della qualità della vita e dell'ambiente, l'interesse della democrazia, anche sulla vicenda Dal Molin è stato finora contraddetto dall'interesse di pochi.
Le forze del centrosinistra che non hanno voluto recepire le istanze di cambiamento che provengono dal movimento, rischiano di divenire sempre più autoreferenziali e con la loro scelta di non volersi alleare con noi in questa competizione elettorale si sono assunte una responsabilità pesante, la scelta di stare dalla parte dei pochi, dei privilegi, delle sopraffazioni. Per distinguersi realmente da questo centrodestra e non cadere nella trappola dell'astensione, che sostanzialmente "non disturba il manovratore" lasciando le cose inalterate, c'è un solo voto utile, che può segnare una reale inversione di tendenza, quello al Partito della Rifondazione Comunista di Vicenza.
Rizzoli Vittorio *****   Qualche mese fa, quando ho letto che si bruciavano le schede elettorali, come segno di protesta, quindi segno che non si andava a votare, mi viene spontaneo andare al passato.
Nella mia collezione di cartoline ne ho una particolare. Vi è rappresentata una scena, una madre piangente ed alle sue spalle macerie e morti: scene di guerra. La didascalia la dice tutta: O MADRE SE TU AVESSI POTUTO VOTARE NON CI SAREBBE STATA LA GUERRA. Poi in grande VOTA DEMOCRAZIA CRISTIANA. Appunto una cartolina di propaganda elettorale. Ricordo che prima dell’ultima guerra le donne non avevano diritto al voto. Ora che tutti possono votare e chi sostiene che è giusto bruciare le schede vedo la cartolina futura SE VOI TUTTI FOSTE ANDATI A VOTARE NON CI SAREBBE STATO L’AEROPORTO “DAL MOLIN” Le dichiarazioni del Ministro DI PIETRO di lunedì è un chiaro esempio del voltafaccia di chi ha in mano i POTERI. I poteri gli abbiamo in mano noi, noi che rappresentiamo e SIAMO il popolo. Voi avete il DAL MOLIN, tra l’altro ho partecipato all’assalto alla ferrovia, come alla serata delle “pignatte” Piazza dei Signori, come alla camminata di dicembre come alla grande manifestazione terminata in Campo Marzo, ma i problemi Vostri, di cui vi sono vicino, sono di riflesso anche i problemi che sto affrontando localmente. Per fare tutte le opere ci vuole cemento e materiali da cava. La DAL LAGO, ora che è Presidente dell’Autostrada, ma i materiali servono anche per il DAL MOLIN, sottoscrive un documento il 7/1/2003, assieme a 11 sindaci, e lo manda in REGIONE. Basta cave e miniere, o ampliamento delle stesse, a cielo aperto, sui MONTI BERICI: Ora riconferma tale documento anche su intervista pubblicata sul mensile “BASSO VICENTINO” del maggio 2007 (pagina 21), solo che in aprile approva in Consiglio Provinciale il congiungimento delle due miniere a MELEDO di SAREGO, nuova cava a MONTICELLO di BARBARANO, riscavare a ORGIANO, sotto la cui cava vi è un lago di acqua potabile, riapertura di cava a SOSSANO, VILLAGA, ALONTE, ALBETTONE, ecc.., e quale Presidente dell’Autostrada sono i materiali che serviranno per tutte le opere AUTOSTRADALI, ma anche per il Vostro DAL MOLIN. Piccola informazione a Meledo si porterà a piano campagna una collina alta (ora) oltre 200 metri. La differenza tra cava e miniera e rappresentata dal materiale inerte che vi si trova. Per Meledo è dichiarato che si scava CAOLINO (che la cartiera di Monticello di Fara di Sarego non usa), Bentonite, Terra da sbianca, terre refrattarie, Argille per porcellana e Terraglia forte (con le quali non si è mai fatta nemmeno una scodella). Tutti materiali minerali che esistono ma in quantità infime e di bassa qualità, per trovare i quali si fa sparire dalla faccia della terra una collina.dopo l’altra. La concessione mineraria, come per il DAL MOLIN, da il diritto di esproprio. Il materiale scavato nei BERICI è solo materiale CALCARE. Dove risulta cava si deve dichiara i metri cubi scavati; per la miniera non di dichiara nulla, si fa sparire un monte e non risulta nulla.
MELEDO SUBISCE LA STESSA PREPOTENZA CHE ESISTE PER IL DAL MOLIN: Chi non va a votare favorisce la prepotenza.
Rosato Rosanna Verdi   Come Consigliere Provinciale uscente ho avuto modo di esprimere pubblicamente più volte la mia totale contrarietà al Progetto di realizzazione di una nuova Base americana nel sito dell'aeroporto Dal Molin e l'ho fatto partecipando attivamente alle manifestazioni pubbliche, non da ultimo quella effettuata a Monte Berico in occasione della presenza della banda musicale americana. Il fatto stesso che il partito dei Verdi appoggi il candidato presidente Franzina, che ha fatto della opposizione al progetto Dal Molin il punto centrale della sua campagna elettorale, chiarisce definitivamente e in modo inequivocabile quale che sia la posizione mia, di tutti i candidati della lista dei Verdi e della Federazione Provinciale dei Verdi di Vicenza. Sono e siamo contrari perchè si tratta di un progetto ambientalmente e socialmente insostenibile, che distrugge e mette in pericolo una zona particolarmente sensibile per la vicinanza ad una ZPS ( Zona a Protezione Speciale riconosciuta a livello europeo) "Bosco di Dueville", biotopo ricco di speci floro-faunistiche protette per la loro rarità, e per la collocazione del sito in adiacenza alla zona delle Risorgive denominata Bosco di Dueville, da cui si alimentano alcuni dei corsi d'acqua più rilevanti (Bacchiglione, Retrone,..) della nostra città e provincia, nonchè risorsa idrica che alimenta l'acquedotto cittadino e padovano.
Il nostro Presidente nazionale e Ministro dell'Ambiente Alfonso Pegoraro Scanio, anche nella conferenza stampa tenutasi sabato 19/5, ha ribadito la volontà ferma di richiedere la V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) per il progetto americano per misurare l'impatto disastroso che tale realizzazione avrebbe sul territorio e sull'ambiente. Il tutto avendo come contropartita inesistenti o dubbi ritorni economici a favore della collettività, ma grossi guadagni a favore di quelle imprese costruttrici vicentine che da sempre conducono la politica urbanistico-edificatoria nella nostra città. Un danno per tutti e un beneficio per i soliti noti.
Ma non di meno sono e siamo contrari al tentativo di trasformare la nostra città in una "caserma" di forze militari direttamente dipendenti dal governo statunitense ed estranee anche alla Nato, alimentando così una politica militaristico-imperialista quale quella che il presidente Bush sta perseguendo. Sono per perseguire una logica di pace e dialogo, che punti sulla mediazione politica e l'aiuto umanitario per la risoluzione dei conflitti nel mondo. E, in particolar modo, ritengo una logica perdente quella di tentare di risolvere il problema energetico, accaparrandosi le ultime scorte di carburante fossile, anzichè investire consistentemente nella ricerca di fonti alternative, che permettano di passare ad una economia non più basata sul petrolio, ma sulle fonti energetiche pulite e in particolare sull'idrogeno. Il governo Bush non aderendo al protocollo di Kyoto e portando avanti una politica di occupazione in medio-oriente e in Afghanistan , sta cercando di allungare i tempi di sopravvivenza di un modello economico basato su una fonte energetica, che , pur non essendo ancora esaurita, sta raggiungendo il punto di non ritorno, quando cioè il costo energetico per estrarre un barile di petrolio sarà più elevato dell'energia prodotta da quello stesso barile.
Rui Irene Rifondazione Comunista Torri di Quartesolo Da sempre sono stata contro la presenza imperialista USA in Italia ed in Europa, sono originaria di una zona del trevigiano che risente molto della base di Aviano, anche con problemi dovuti all'inquinamento sia acustico sia probabilmente nucleare, visto le patologie tumurali che coinvolgono i cittadini dell'Opitergino-Montense.
Arriviamo al dunque, ho sempre partecipato (tempo permettendo) a tutte le vostre iniziative e faccio parte insieme a mio marito Guido Zentile, al comitato contro il Villaggio USA di Quinto, e domani di Torri. Sto diffondendo materiale contro la nuova base e il villaggio USA e contro la militarizzazione del territorio (nel caso del territorio vicentino).
Se sarò eletta mi impegnerò con tutte le mie forze in una seria battaglia contro la nuova base DAL MOLIN, contro il Villaggio o i villaggi USA, contro la militarizzazione del territorio.
In provincia si possono fare molte cose come dare pareri negativi dal punto di vista urbanistico e dare l'avvio ad un VIA ed a un VAS seriamente. Senza togliere che sarò sempre in piazza con voi.
Veloce Giuseppe Verdi Vicenza (4) SONO CONTRO LA NUOVA BASE MILITARE DAL MOLIN.